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Geomorfologia e idrografia

Il territorio di Palo del Colle ricade quasi interamente nel foglio 177 “Bari” e per un piccolo lembo a sud nel foglio 189 “Altamura” della Carta Geologica d’Italia, scala 1:100.000.

Dal punto di vista geologico, la configurazione di questa parte del territorio coincide con lo schema geologico regionale rappresentato da un basamento calcareo e calcareodolomitico di età cretacica a cui si sovrappongono sedimenti calcarenitici trasgressivi, pleistocenici e depositi eluvio-colluviali e residuali (terre rosse) quaternari, sia marini che continentali.

L’area nel suo complesso si presenta pressoché pianeggiante. Dal punto di vista morfologico il territorio di Palo del Colle è compreso nell’unità omogenea delle Murge, e per questo ne ricalca tutti i suoi aspetti.

L’altopiano murgiano si presenta allungato da nord-ovest a sud-est, e degrada con una serie di ripiani allungati verso mare, con scarpate alte poche decine di metri. Le scarpate e i ripiani sono talora profondamente incisi da solchi torrentizi, effetto dell’azione erosiva (meccanica e chimica) delle acque incanalate superficiali.

L’assetto complessivo è quello tipico delle coste di sollevamento che presentano una successione di ripiani e gradini sub paralleli all’attuale linea di riva e originati dalla vicenda tettonica e dai movimenti eustatici.

Le scarpate generalmente coincidono con i gradini di faglia più o meno obliterati dall’azione del mare; le cime collinari, per lo più arrotondate, presentano dossi e depressione di origine carsica; sui pianori della parte centro meridionale del rilievo si sviluppano le doline. Queste ultime hanno generalmente forma sub circolare, e possono essere a fondo “piatto”, a “scodella” oppure ad “imbuto”.

Le forme del paesaggio, indicano un avanzato stato di insenilimento del ciclo evolutivo del rilievo; infatti, le forme, i depositi ed i processi dovuti all’azione delle acque meteoriche o correnti sono notevolmente ridotti a causa della scarsezza delle precipitazioni e della mancanza di aree a forte pendenza.

Al confine con il territorio di Toritto (contrada Mangiaquero) si trovano la grotta di S. Martino e la Grotta della Zita censite entrambe nel Catasto delle Grotte e delle Cavità Artificiali della Regione Puglia; si segnala inoltre la presenza di un inghiottitoio naturale, situato al centro del letto alluvionale della lama di Izzo al fg. 36 ptc 60, avente diametro di circa 1,5 metri e profondità variabile dai 3 ai 10 metri.

Nella Figura seguente è riportato uno screen shot della TAV. N. 02.A. Estratto PPTR. Sistema delle tutele. Componenti geomorfologiche e inghiottitoi che raffigura su mappa in scala 1:15.000 il territorio di Palo del Colle, con l’ubicazione delle cavità naturali summenzionate.

TAV. N. 02.A – Estratto PPTR. Sistema delle tutele. Componenti geomorfologiche. Inghiottitoi (scala 1:15.000).

Dal punto di vista idrografico, le rocce presenti nell’area in esame sono prevalentemente permeabili, o per fessurazione e carsismo o per porosità, e assorbono con facilità e rapidità l’acqua meteorica che nella zona cade con una media annua che si aggira intorno ai 600 mm circa, con massimi in autunno e inverno. Questo rapido assorbimento delle acque piovane impedisce lo sviluppo di una vera e propria idrografìa superficiale che quindi è assente nella zona. A questo fenomeno concorrono attivamente le lame, solchi erosivi drenanti sviluppati in particolar modo nella formazione calcarea e a tratti nelle calcareniti.

Le lame costituiscono dei naturali impluvi e convogliano verso la costa adriatica le acque di precipitazione della Murgia media ed alta. Solo a seguito di copiose precipitazioni le acque possono scorrere in superficie per brevi periodi, generalmente incanalate lungo i diversi solchi erosivi che attraversano, in direzione nord-sud il territorio comunale .

Il PPTR, approvato con DGR Puglia n. 176 del 16/02/2015, riporta tra le lame più significative che solcano il territorio di Palo del Colle la lama Lamasinata, che ha origine nel territorio di Palo del Colle e prosegue prima nel territorio di Bitetto e poi di Modugno fino a raggiungere il mare nel territorio di Bari. Attraversata dalla S.S. 96 e dal tracciato ferroviario, la lama ha una notevole importanza ambientale, anche nella definizione del territorio urbano, che divide da quello della frazione di Auricarro. Il fondo è largo e piatto, con larghezza media di un centinaio di metri e subisce notevoli restringimenti, fino ad alcune decine di metri. Di maggiore interesse ai fini urbanistici è il canale poco profondo, che borda la parte meridionale dell’abitato, esso nasce da contrada Cicala, passa tra l’abitato e la “zona 167”, attraversa viale Vittorio Veneto, dove raggiunge una larghezza di 150 m, proseguendo verso contrada “Latrofa” e restringendosi ad una cinquantina di metri. L’alveo di tale vallecola è occupato da fabbricati, che sbarrano i deflussi superficiali e subsuperficiali. Pertanto, a seguito di precipitazioni intense e continue la difesa dalle inondazioni, soprattutto dei vani cantinati, è affidata alla efficienza ed alla capacità di smaltimento delle portate da parte della rete fognante.

Lo stesso PPTR individua sul territorio comunale, nella zona a sud, altre due lame denominate lama D’Aameli, in prossimità della Masseria Panfresco, e lama Loc. Parco Nuovo, presso Masseria Chieco, che debordano nel territorio di Toritto.

Dal punto di vista idrogeologico l’acquifero carsico della Murgia nord-occidentale fa parte di un più esteso complesso idrogeologico litoide costituito dalla potente sequenza calcareo-dolomitica del “Calcare di Bari”. Dati i caratteri di permeabilità diffusa per fessurazione e carsismo, la circolazione idrica sotterranea vi si esplica attraverso discontinuità stratigrafiche e/o tettoniche e meati di natura carsica, laddove questi presentano sufficienti condizioni di continuità e non sono occlusi da terra rossa o concrezioni alabastrine.

Per la disomogenea distribuzione dei vari livelli a diverso grado di permeabilità, nell’ambito del complesso carbonatico in questione non si riscontrano condizioni favorevoli all’instaurarsi di più livelli idrici distinti e di provato contenuto, bensì, la quasi totalità dell’aliquota d’infiltrazione efficace viene convogliata in un’unica cospicua falda idrica principale chiamata “Falda Profonda”, di cui l’acquifero carbonatico della Murgia nord-occidentale è parte integrante.

L’esistenza di livelli di calcari poco fratturati e carsificati, praticamente impermeabili, hanno un ruolo importante nel condizionare la circolazione idrica sotterranea, infatti, per la presenza di questi livelli impermeabili, la falda circola in pressione, generalmente a notevole profondità al di sotto del livello del mare.

La zona di alimentazione della falda si situa principalmente in corrispondenza delle parti più elevate delle Murge, dove sono presenti ampie aree caratterizzate dall’esistenza di forme carsiche superficiali (inghiottitoi, doline, ecc..) che favoriscono una rapida infiltrazione delle acque di pioggia.

L’infiltrazione delle acque meteoriche avviene tanto in forma diffusa che concentrata; il prevalere dell’una o dell’altra forma dipende dalla frequenza delle fessure e dall’intensità dei fenomeni di dissoluzione carsica. La direzione di flusso delle acque sotterranee è verso nord-est, con cadenti piezometriche generalmente elevate. Il recapito finale delle acque di falda è rappresentato dal mare, dove la falda scaturisce attraverso sorgenti situate lungo costa o, più di frequente direttamente in mare.

La falda carbonatica, che rappresenta l’acquifero da cui si emunge l’acqua, è una falda di tipo carsico, leggermente in pressione, che presenta una certa risalienza del livello piezometrico.

Nella figura seguente è riportato uno screen shot della TAV. N. 02.B – Estratto PPTR. Sistema delle tutele. Componenti idrologiche che raffigura su mappa in scala 1:15.000 il territorio di Palo del Colle, con particolare riferimento alla presenza delle lame che lo interessano.

TAV. N. 02.B – Estratto PPTR. Sistema delle tutele. Componenti idrologiche (scala 1:15.000).

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