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Rischio incendio di interfaccia

La Puglia è, tra le Regioni italiane, quella meno provvista di boschi; il suo patrimonio forestale è di 145.896,00 ha, cui si aggiungono 33.150,00 ha che rientrano nella categoria “altre terre boscate” per complessivi 179.046,00 ha (INFC, 2008). Il bosco nel suo insieme insiste soltanto per il 9,25% della superficie territoriale di 1.934.692,00 ha, determinando così l’indice di boscosità più basso a livello nazionale. I dati ISTAT assegnano invece una superficie forestale più contenuta, pari a 77.271,64 ha. Il Piano Antincendio Boschivo (AIB) 2012–2014 sottolinea come in tutta la Regione Puglia si siano diffusi insediamenti civili (residenziali, produttivi, turistici) in prossimità di aree forestali.

Il Piano AIB 2012 – 2014 non riporta alcuna informazione specifica sul territorio di Palo del Colle. In effetti, sul territorio di Palo del Colle manca quasi totalmente la vegetazione boschiva ad eccezione di alcuni piccoli lembi di macchia mediterranea.

Per incendio di interfaccia si intende l’incendio che interessi aree di interfaccia urbano–rurale, ovvero le fasce, nelle quali l’interconnessione tra strutture antropiche e aree naturali è molto stretta. In effetti, tale incendio può avere origine sia in prossimità dell’insediamento urbano sia come incendio più propriamente boschivo che successivamente vada ad interessare le zone di interfaccia. In generale, le diverse configurazioni di contiguità e contatto tra aree antropizzate e aree con presenza vegetale dominante possono essere assimilate alle seguenti tipologie:

  • Interfaccia classica: insediamenti di piccole e medie dimensioni (periferie di centri urbani, frazioni periferiche, piccoli villaggi, nuovi quartieri periferici, complessi turistici di una certa vastità ecc.), formati da numerose strutture ed abitazioni relativamente vicine tra loro, a diretto contatto con il territorio circostante ricoperto da vegetazione, arborea e non.
  • Interfaccia mista: presenza di strutture o abitazioni isolate distribuite sul territorio a diretto contatto con vaste zone popolate da vegetazione arbustiva ed arborea. In genere si hanno poche strutture a rischio, anche con incendi di vegetazione di vaste dimensioni. È una tipica situazione delle zone rurali, dove molte strutture sono cascine, sedi di attività artigianali, insediamenti turistici, ecc.
  • Interfaccia occlusa: presenza di zone più o meno vaste di vegetazione (parchi urbani, giardini di una certa vastità, lingue di terreni non ancora edificati o non edificabili che si insinuano nei centri abitati ecc.), circondate da aree urbanizzate.

Il risultato finale dell’analisi condotta è sintetizzato in una mappa nella quale gli insediamenti sono perimetrati con una fascia continua il cui colore esprime la classe di rischio al quale sono esposti: il colore rosso rappresenta un rischio alto (R4), l’arancione un rischio medio (R3), il giallo un rischio basso (R2) ed infine il verde un rischio nullo (R1).

Rischio incendio di interfaccia. Tavola 5. Carta della Pericolosità, della Vulnerabilità e del Rischio.

Come si può notare dall’esame della Tavola 5, il profilo di rischio intorno ai nuclei abitati del Centro Urbano, della Contrada Auricarro e delle località dove più alto è il valore dell’esposto è pari ad R3 (RISCHIO MEDIO). Lo stesso livello di rischio si riscontra anche nell’area di interfaccia che lambisce la zona industriale.

In corrispondenza delle aree di interfaccia che lambiscono le case sparse ed i nuclei abitativi ubicati sul territorio comunale, il profilo di rischio è sostanzialmente R2 (BASSO).

Data la quasi totale assenza di zone boscate sul territorio comunale, il rischio di incendio è sostanzialmente di origine colposa e connesso a pratiche imprudenti, quali la bruciatura di sterpaglie in giornate con vento, barbecue in uso lasciati incustoditi, l’abbandono di mozziconi di sigarette accesi lungo le scarpate stradali. In questo contesto, è pressoché impossibile prevedere tempi e luoghi d’innesco soprattutto in territori, come quello di riferimento, dove vi è la presenza diffusa di coltivi, coltivi abbandonati e incolti. Per questo motivo, l’unica possibilità di previsione consiste nell’individuazione delle aree caratterizzate da condizioni più favorevoli all’innesco e alla propagazione del fuoco.

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